Il Vento bussò alla mia porta
di Paola Galligani
La scena si apre su una hall di un albergo. Sul fondo è collocato un bancone e alle sue spalle una grande vetrata dalla quale s´intravede una vegetazione brulla. Dappertutto c´è molta polvere; si capisce che fa caldo. L´arredamento è di stile coloniale di legno e di giunco. In primo piano si nota un divanetto, delle poltroncine e un tavolinetto sul quale sono appoggiati degli oggetti, Intorno, sulle pareti, si notano quadretti, alcuni mobili pensili e un orologio a muro.
Al momento dell´apertura del sipario, la hall appare deserta e il silenzio è spezzato solamente dallo stridere delle cicale che proviene dall´esterno. Ad un certo momento, si sente il cigolio di una porta che si apre ed entra in scena un uomo sulla trentina dalla pelle olivastra, affascinante e dai profondi occhi scuri. E´ vestito elegantemente con abiti leggeri di color carta zucchero. Porta un cappello a tesa larga ed ha con sé una valigetta anch´essa di colore chiaro.
Al momento del suo arrivo, la stanza sembra animarsi e un leggero vento entra dalla porta di destra. L´uomo si avvicina al bancone e spinge un grosso pulsante che funge da campanello. Al momento del trillo, si sente una voce fuori scena.
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